CASA CULTURALE di San Miniato Basso
Presentazione di un libro
FEBBRAIO 2011
“VIRGINIA AGNELLI madre e farfalla ”
di Marina Ripa di Meana e Gabriella Mecucci – MINERVA EDIZIONI
Virginia Bourbon del Monte di San Faustino era una giovane americana di una bellezza veramente particolare, inusuale fra le donne del suo tempo. Additata era la sua capigliatura rossa, una massa di capelli di riccio naturale. Non portava mai il cappello, cosa che in quegli anni era considerata molto disdicevole per una gran dama. Fu fra le prime ad indossare larghi pantaloni e soprattutto non si agghindava mai con gioielli. Nata nel 1899 aveva sposato Edoardo Agnelli senza aver parlato del suo amore nemmeno con la madre. Rispose infatti alla stessa che voleva sapere cosa le passasse per la testa con la franchezza che fu la caratteristica della sua vita: “Mi ha chiesto di sposarlo e io gli ho già detto di sì, perché lo amo”.
Edoardo aveva sette anni di più di Virginia ed era figlio di un padre abile quanto determinato e duro, il Giovanni Agnelli che aveva fondato la FIAT estromettendo uno alla volta con cinismo e furbizia tutti gli altri soci con i quali aveva intrapreso l’avventura industriale.
Edoardo non ebbe mai un ruolo importante in azienda perché fu sempre schiacciato dalla figura paterna. Purtroppo morì a soli 43 anni in un incidente aereo. L’idrovolante sul quale stava arrivando alla banchina del porto di Genova urtò contro un tronco di legno che galleggiava a pelo d’acqua. L’aereo si rovesciò e l’elica del motore quasi lo decapitò mentre si era appena alzato per scendere. Il pilota invece rimase illeso.
Virginia rimase quindi vedova a soli 36 anni con sette bambini: Clara che aveva 15 anni, Gianni 14, Susanna 13, Maria Sole 10, Cristina 8, Giorgio 6 e Umberto un solo anno.
Era ancora una donna bellissima ed elegante, piena di vita e con una figura sottile come un giunco e fu conquistata sulla spiaggia di Forte dei Marmi dalle attenzioni di Curzio Malaparte noto giornalista e scrittore di libri famosi come “Caput” e “La Pelle”. Malaparte si trovava al confino in quella zona perché condannato dal regime fascista come esponente della sinistra.
Fu un amore travolgente ed addirittura era stata fissata la data del loro matrimonio per il giorno 10 ottobre nel duomo di Pisa.
Il suocero Giovanni Agnelli però nelle cui mani si era concentrato e consolidato un grande potere disse con fermezza che non avrebbe mai consentito quella unione di Virginia con Curzio Malaparte se questi non fosse stato ammesso nel Partito Nazionale Fascista.
Il suocero fece di tutto per impedire alla nuora di incontrare Malaparte e la polizia del regime fascista corrispose con solerzia ai desideri di Giovanni Agnelli e strappò dalle braccia di Virginia tutti i sette suoi bambini portandoli da Roma a Torino. Per organizzare lo “scippo” contro Virginia si capisce bene come il senatore avesse impegnato e coinvolto per mesi e mesi moltissimi amici importanti in ogni campo.
Virginia lottò come una furia e per farsi ricevere da Mussolini e stette giorni interi al portone del Palazzo Venezia. Riuscì a riavere i ragazzi dopo mesi di sofferenza anche con l’aiuto determinanti degli stessi che non si piegarono mai al volere del nonno. La casa dove abitavano con uno stuolo di governanti si era trasformata in un inferno, i ragazzi ne combinavano di ogni tipo. Fu Gianni quello che convinse il nonno a desistere nella sua azione insensata e crudele.
Virginia Agnelli verrà ricordata però con grande riconoscimento e per sempre per la sua determinante azione nel salvare la città di Roma che Hitler e Mussolini volevano ferire come attuarono invece con ferocia con Firenze dove fecero distruggere tutti i ponti e le case-torri lungo l’Arno. Questa azione di salvezza della capitale fu chiamata “Operazione Farnese” e Virginia ne fu la principale operatrice.
La nostra signora conosceva e stimava, assolutamente ricambiata, il capo delle SS Eugen Dollmann, un uomo molto diverso dal tipo tedesco di questi corpi speciali, colto, affabile, uomo di mondo venuto anni prima in Italia per svolgere ricerche storiche, era insomma decisamente innamorato di Roma. Con l’aiuto anche della Santa Sede Virginia ottenne che il gerarca nazista facesse in modo che le truppe tedesche abbandonassero Roma senza azioni di ritorsione sui monumenti e sui ponti della città.
Da grande “signora” come era sempre stata la nostra Virginia aiutò addirittura il suocero che l’aveva tanto fatta soffrire quando dopo la guerra Giovanni Agnelli rischiava di essere condannato per il suo collaborazionismo con il Governo Fascista. Sapeva Virginia che il suocero ed il suo potentissimo collaboratore Vittorio Valletta sarebbero stati sospesi da ogni ruolo e altri, i Commissari del popolo, sarebbero stati messi alla guida dell’impero dell’auto.
Ebbene l’azione che aveva realizzato Virginia Agnelli nell’operazione “Farnese” per la salvezza di Roma riuscì a far giudicare la famiglia Agnelli meritevole di plauso e questa considerazione fece respingere le accuse contro il Senatore Giovanni Agnelli e il Professor Vittorio Valletta. Infatti gli stessi rimasero a capo della Fiat e Giovanni Agnelli riconobbe pubblicamente che la nuora era una gran donna ed una mamma ammirevole.
Virginia morì in un incidente stradale nel 1945 nella strada lungo la pineta di San Rossore-Migliarino in uno scontro con un mezzo militare americano. Aveva solo 46anni.
Sulla vita di questa grande donna Mauro Bolognini aveva già preparato un film con la sceneggiatura scritta da Giorgio Bassani e Cesare Garboli ma l’avvocato Gianni Agnelli bloccò tutto ed è riuscito fino alla sua morte a vietare che in qualsiasi modo si sapesse qualcosa su sua madre e sulla sua famiglia. Si spera che finalmente il film venga ora fatto conoscere agli italiani