CASA CULTURALE DI SAN MINIATO BASSO
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SETTEMBRE 2013
Federico CHOPIN
LA VITA DEL GRANDE MUSICISTA POLACCO TRATTA DAL LIBRO DI BERNARD GAVOTY
GLI ANTENATI DI FEDERICO
Gli Chopin abitavano in Lorena da generazioni. Il nonno, Francesco Chopin, padre di Nicola, faceva il contadino ed oltre a lavorare nelle vigna riparava carrozze, aggiustava mozzi e costruiva carriole.
Il figlio di Francesco e poi padre del musicista Federico, Nicola Chopin, emigrò a diciassette anni in Polonia.
Questo ragazzo frequentava in Francia un polacco che era amministratore del feudo lorenese, Adam Weydlich.
Nicola aveva conseguito successi negli studi classici ed aveva decise ambizioni per il suo futuro.
Quando l’amministratore Adam Weydlich, alle prime avvisaglie della rivoluzione francese, decise di ritornare in Polonia, il giovane lo segui e non ritornò più in Francia.
LA POLONIA DEL 1788 CHE TROVO’ IL GIOVANE NICOLA
Questo disgraziato paese che nel corso dei secoli non era mai riuscito a conquistare una stabile unità, era vittima della sua situazione geografica. Stretta tra la Prussia, l’Austria e la Russia, separata dalla Svezia dal corridoio baltico, la Polonia, volta a volta salvaguardava la propria indipendenza, ora alleandosi con la Germania per respingere le invasioni mongole, ora con l’Austria per battere i turchi. Tra i diversi assalti dei barbari, essa era costretta a far fronte alla rapacità dei terribili vicini che, con un morso, le strappavano un lembo di terra, una città, una provincia.
IL PROFESSOR NICOLA CHOPIN NELLA VARSAVIA DELL’EPOCA
Nicola era arrivato in Polonia con un flauto, un violino e vari libri.
Una grande voglia di sapere e naturalmente non poteva non diventare un buon insegnante di francese per sfamare la famiglia.
Parlava e scriveva correttamente in francese, inglese, polacco, tedesco, russo e latino. Tutte queste lingue le insegnerà naturalmente al figlio Federico.
Nicola fu un buon padre, poco espansivo, sposo devoto, accorto padrone di casa, capofamiglia fermo ma anche tollerante, suonatore di flauto e violino, affascinato da quest’arte meravigliosa ne sapeva abbastanza per riconoscere immediatamente le eccezionali doti del figlio.
DIECI ANNI INCREDIBILI PER LA MUSICA
Federico Chopin nasce nel 1810.
Nello stesso anno nascono Schumann e de Musset.
Un anno dopo nascerà List.
Due anni dopo Verdi e Wagner. Un brevissimo lasso di tempo fantastico per quest’arte stupenda.
LA MUSICA E OGNI ALTRA ARTE IN FAMIGLIA CHOPIN
Nella famiglia Chopin si formano due piccoli clan : il “club dei grandi” formato da Luisa e Federico. L’”angolo dei piccoli” è formato invece da Isabella e Luisa.
Luisa è la più vigorosa e gode di una migliore salute, mentre tutti gli altri sono continuamente raffreddati e anemici.
Fin da piccolini tutti prendono dimestichezza con gli strumenti musicali ed in particolare con il pianoforte.
Già a tre, quattro anni, Federico improvvisa piccoli pezzi sulla tastiera ed implora che lo si lasci suonare a modo suo.
La mamma capisce che per un bambino tanto dotato è necessario un professore adeguato ed arriva quindi il buon Zywny.
LA FORTUNA DI TROVARE UN ACCORTO INSEGNANTE
Zywny era un personaggio colorito: parrucca rossa sulle ventitrè, occhiali dalla montatura di ferro in sella ad un lungo naso aguzzo nelle narici del quale egli inforna continuamente tabacco da fiuto, fazzoletto rosso a scacchi e, in luogo di fazzoletto da taschino, un’enorme matita che alla bisogna gli serve da bacchetta per minacciare le dita distratte.
Ma questo fantoccio, “che in casa costituisce l’anima di ogni divertimento”, possiede nei confronti del piccolo Chopin un raro merito. Innanzitutto, egli diagnostica quasi immediatamente un talento fuori del comune. Poi, invece di costringere Federico a suonare gli orrori alla moda, ricorda il culto che egli stesso da bambino nutriva nei confronti dei classici, ed in particolare nei confronti di Bach e di Mozart.
Zywny li rivela a Federico del quale diventeranno da quel momento gli idoli. Molto tempo dopo, a Parigi, Chopin eseguirà a memoria, di fronte ad un’allieva attonita, molti Preludi e fughe del Clavicembalo ben temperato: “tutto ciò non si dimentica ….”.
Il bambino si applica con docilità senza mai farsi pregare: per lui, le cose “vanno da sé”, senza problemi né patemi d’animo: la musica è il suo elemento : egli vi nuota come in acque limpide.
UNA EDUCAZIONE PERFETTA, UN PIANISTA NATO
Quel che più stupisce è il fatto che il pulcino non venga allevato nella bambagia.
Il padre Nicola Chopin possiede il raro merito di trattare questo uccello raro con un atteggiamento normale e di imporre a Zywny un comportamento al tempo stesso semplice e rigoroso nei confronti dell’allievo.
L’atmosfera familiare è proprio quella che si può desiderare per un ragazzo di quella specie poiché la disciplina risulta equilibrata da un caldo affetto.
L’”Istituto Chopin”, il luogo dove il padre impartiva lezioni di lingue, procurerà sempre a Federico giovani compagni di gioco coetanei, la maggior parte dei quali resterà con lui in rapporti di amicizia.
Costoro, nella maggior parte figli di proprietari terrieri costretti a dare un’istruzione ai figli lontano da casa, erano naturalmente appartenenti ad una classe agiata, di buona estrazione e di accurata educazione.
Nel rapporto con loro il bambino acquista buone e belle maniere che rapidamente lo fanno emergere.
Nessun musicista al mondo ha ricevuto la raffinata educazione di cui ha beneficiato Chopin.
Federico impara il greco, il latino, il tedesco, l’inglese e l’italiano, eseguirà anche un corso di eloquenza e di declamazione, un corso di insegnamento religioso e un corso superiore di canto. Fin dalla giovinezza l’educazione di Chopin lo porrà allo stesso livello dei principi del suo paese; principi dei quali preferirà la compagnia a tutte le altre non per snobismo, ma per un senso di eguaglianza intellettuale: pensa come loro, parla lo stesso linguaggio.
LA FAMIGLIA
Luisa, la sorella maggiore e sua precettrice, è anch’essa una buona musicista che non si stanca mai di suonare a quattro mani con Federico. Sposerà un professore di diritto e di economia.
Isabella, ha meno carattere, buona musicista ma poco brillante, sposerà un uomo onesto e noioso.
La sorella più giovane, Emilia, è nata poetessa. Comporrà specialmente libri per bambini.
I quattro figli Chopin sono insomma musicisti, intelligenti, vivaci, gai, petulanti, dotati per tutto: fanno gli attori, fondano un’associazione letteraria e teatrale, improvvisano sciarade, inventano poemi dei quali Federico scrive la partitura musicale, affascinano gli amici con la loro esuberanza.
PRIME AUDIZIONI
Nel palazzo Radziwill a Varsavia i genitori di Federico, dopo essersi fatti pregare con insistenza da tante persone, acconsentiranno a che il figlio dia il suo primo concerto pubblico pochi giorni prima del suo ottavo compleanno.
Trascinati dall’esempio il principe Czartoryski, il principe Czetwertynsky, il principe Sapieha, il principe Lubecki, il vicerè Zajaczek, la contessa Zamoyska, Madame Grabowska , tutti quanti vollero averlo nei loro manieri ad ammirarlo davanti alla tastiera.
L’anno seguente la celebre cantante Angelica Catalani dà a Varsavia quattro concerti e gli presentano il ragazzo come “il miglior pianista della città”. Lo ascolta volentieri e affascinata dal suo tocco pianistico regala al fanciullo prodigio un orologio d’oro dal quale Federico non si separerà mai più. All’interno della cassa, si trova questa dedica: “Madame Catalani a Federico Chopin di dieci anni. Varsavia 3 gennaio 1820”.
Anche la madre dello zar, Maria Feodorovna, lo invita a suonare a Mosca.
Senza alcun bisogno di propaganda artificiale, la reputazione del piccolo virtuoso compositore si costruisce da se stessa. Molto presto egli non sa più che fare “per rispondere agli inviti che gli vengono fatti”.
“Non dimenticare mai il tuo pianoforte personale” supplica il buffo Zywny che impartiva lezioni a domicilio ed è ora diventato intimo della famiglia. Una specie di buon zio, la cui ondeggiante parrucca e le cui maniere cerimoniose affascinano i bambini. Per quanto curioso possa sembrare, Chopin non avrà altri insegnati di pianoforte e le lezioni cesseranno nel 1822 quando Federico ha dodici anni.
“Non ho più nulla da insegnargli !” sospira comicamente Zywny. “Mi ha insegnato tutto !” affermerà Chopin.
Prese lezioni anche da Elsner che cercò di portarlo ad apprezzare il mondo dell’opera. Chopin però si rifiuta di cimentarsi nella scrittura di opere ed esprime in altro modo l’epopea romantica. Si rinchiuderà in lavori pianistici ma con lui le dimensioni del pianoforte superano il volume dell’orchestra e ne eguagliano la varietà dei colori.
Elsner, scoraggiato di dare continuamente consigli inutili, si arrende all’evidenza con una nobiltà che eguaglia il volontario annullarsi del precedente maestro, il buon Zywny, Non essendo riusciti a provocare la metamorfosi, essi hanno assistito come spettatori attoniti alla trasformazione della crisalide in un insetto perfetto: il fatto che esso spieghi poi le ali e voli via, appartiene all’ordine delle legge naturale.
Fino al suo ultimo giorno Chopin nutrirà nei confronti dei due ex maestri una commossa gratitudine, un tenero attaccamento, una preferenza esclusiva.
Sia la famiglia che gli istruttori avevano capito che Federico, così simile a tutti i ragazzi della sua età di tutti tempi e di tutti i paesi, mostrava di essere tanto prodigiosamente unico per la singolarità del genio che esprimeva sulla tastiera !
UNA SALUTE DELICATA
Gli Chopin di Lorena erano una schiatta di longevi.
La madre di Chopin oltrepasserà gli ottanta anni e il padre vivrà fino ai settantatre.
I quattro figli sono invece di salute molto cagionevole. Luisa muore a quarantotto anni, Isabella a sessanta, Federico a trentanove ed Emilia a quattordici.
Nel secolo romantico i mezzi per prolungare la vita sono piuttosto scarsi.
Nella sua prima infanzia Federico è normale ma piuttosto fragile. I testimoni oculari ci descrivono il ragazzetto tra gli otto e i dieci anni come “debole, malaticcio, mingherlino”.
Aggiungiamo il clima di Varsavia è rude e che due dei suoi migliori amici, allievi interni nell’istituto paterno, sono tubercolosi e certamente contagiosi, destinati a morire a ventitré anni il primo di tubercolosi ossea, a trentatré il secondo di tisi.
La tubercolosi miete un gran numero di vittime: i medici non sanno né riconoscerla, né guarirne il malato.
D’altro canto, fin dalla giovinezza, Chopin “esce” moltissimo, balla fino a non avere più fiato “fino alle due del mattino”, lavora assiduamente, ignora che cosa sia il tempo libero : in poche parole, conduce già una vita il cui ritmo è esattamente contrario al suo stato di salute.
Anche i venti medici circa che consulterà a Parigi, cui giunge senza alcun dubbio già malato, aggiungeranno errori alle carenze del suo fisico e lo porteranno alla tomba a trentanove anni.
GITA A BERLINO DA STUDENTE LICEALE
Il viaggio è lungo e faticoso, la città sembra a Federico immensa e con poca popolazione; rimane meravigliato dalla pulizia, l’ordine e la funzionalità del minimo dettaglio.
Viene presentato a Lichtenstein, Humboldt, Spontini e Mendelssohn e si reca ben cinque volte all’Opera. Visita due fabbriche di pianoforti e trascorre molte ore presso l’editore di musica Schlesinger.
Durante il ritorno si ferma a Cylichowo per il cambio dei cavalli. Scorge un pianoforte presso il capoposto, ne alza il coperchio e si mette a suonare.
L’auditorio aumenta, si stupisce, dimentica l’ora, non cura i richiami del postiglione: in breve, il giovane virtuoso viene portato in trionfo alla diligenza.
A Poznan viene ricevuto e invitato a pranzo dal vescovo Wolick, si reca in visita dai Radziwill dove suona con il principe pezzi per pianoforte e violoncello, e, a quattro mani, con Klinghor, il professore delle principessine del castello. La serata termina con una brillante improvvisazione di Chopin che sorprende e viene applaudita da tutti.
NEL LUGLIO DEL 29 ALLA SCOPERTA DI VIENNA
In questo periodo Vienna è, insieme a Parigi, una delle due grandi capitali dell’Europa musicale.
Due anni prima vi era morto Beethoven, l’anno dopo Schubert.
Vi hanno vissuto Haydn, Gluck e Mozart. List vi ha compiuto gli studi con Salieri.
Chopin sa bene che l’artista che è riuscito a conquistare il plauso dei giornali viennesi e parigini è sicuro di far carriera in qualsiasi altro posto.
Egli è cosciente di aver prodotto un certo effetto nella sua Varsavia, ma la sua ambizione non è soddisfatta di tutto ciò.
Eccolo finalmente giungere a Vienna dopo aver trascorso otto giorni a Cracovia e una a Ojcow. A Vienna tutti lo festeggiano: gli danno anche la piacevole impressione di essere stati in attesa della sua venuta.
Un importante giornalista, padre di una famosa pianista, lo fa ascoltare dalla figlia e da Gallenberg, amministratore del teatro imperiale che chiede a Chopin di esibirsi sulle venerabili e temute assi del suo palcoscenico.
Federico, per timidezza e forse con innocente furbizia e incertezza, risponde elusivamente, dicendo che prima vuole recarsi all’Opera come spettatore.
Assisterà infatti a varie opere di Verdi, Rossini, Meyerbeer e Mèhul. Ha la possibilità ci conoscere molti musicisti che lo circondano di affetto perché impersona la parte del “noto sconosciuto”, del “giovinotto dell’anno”, dello “straniero vestito di nero” di cui si dicono meraviglie.
Suona in concerto l’11 agosto e poi darà un secondo concerto pochi giorni dopo.
I musicisti ed il pubblico lo applaudono calorosamente e la stampa raccoglie con adulazione il pensiero della maggior parte dell’opinione pubblica. Si tratta di una vittoria sul pubblico e su se stesso.
“Ho suonato disperatamente”, confessa Chopin all’amico Titus. Egli è riuscito a dominare il timor panico e anche quella strana pigrizia che si impadronisce di lui nel momento stesso in cui è necessario compiere lo sforzo decisivo.
PRAGA, TEPLITZ E DRESDA
Due giorni e mezzo per visitare Praga. Declina l’invito di dare un concerto e suona solo in casa di un direttore d’orchestra che lo ha accolto con grande cortesia al Conservatorio. Naturalmente la sua esibizione viene accolta con grande apprezzamento.
Dopo il breve soggiorno a Praga Chopin e gli amici si fermano nella città boema di Teplitz e la sera nel palazzo della principessa Clary viene insistentemente pregato di mettersi al pianoforte. Poiché le principessine si mostrano molto entusiaste è costretto, abbandonando il suo abituale repertorio, a improvvisare. Disgraziatamente gli ascoltatori vanno in visibilio e Chopin è costretto a suonare divinamente per un tempo lunghissimo. Una frase può darci l’idea della ammirazione per il pianista: “E’ stato qualcosa di meraviglioso, di indescrivibile ….. non si capiva più che cosa bisognasse applaudire maggiormente: se la foga del pianista o l’incessante inventiva del musicista”.
A Dresda i giovani si trattengono solo due giorni, il tempo necessario per recarsi in visita presso il maestro di cerimonie della Corte di Dresda per suonare in privato. Solito successo e sentiti complimenti.
UN INNAMORATO TIMOROSO E RISERVATO
Federico da diversi mesi è innamorato di una compagna di scuola: la giovane cantante Costanza Gladkowska. In ogni momento si imbatte in lei nei corridoi del Conservatorio ma non ha mai il coraggio di rivelarsi.
Così si esprime in una lettera ad un amico : “……forse per la mia infelicità, ho incontrato il mio ideale , che da sei mesi mi struggo senza parlargli dei miei sentimenti. Ne sogno continuamente: sotto la sua ispirazione sono nati l’adagiodel mio concerto in la minore e il piccolo Valzer che ti mando …..”
Vedremo anche nel proseguo della sua vita che in fondo, se alla parola “amore” si assegna il suo pieno significato e se ne traggono tutte le conseguenze, Chopin non ama e non amerà mai nessuno.
Egli è un innamorato dell’amore, coltiva lo stato d’animo come per poterlo tenere a debita distanza, lo mette in musica: esiste forse maniere migliore per sbarazzarsene ?
Le sue passioni si risolvono molte volte in concerti, ballate e in valzer che trasmettono le fantasticherie. Il che è un bene per noi e tristissimo per lui !
Costanza a proposito di questa attenzione da parte dell’amico di corso è immersa in una pace profonda. Come potrebbe volgere il pensiero al gentile compagno di scuola che non si è mai dichiarato ?
L’anno seguente, essa sposerà tranquillamente un signorotto di campagna molto ricco e, alla fine della vita, riassumerà la sua curiosa avventura con perfetto buon senso: “Se Chopin mi avesse sposato, chi può dire se mi avrebbe resa felice come il mio onesto Josef ?”
BEL LAVORO DI COMPOSIZIONE E CONCERTI ACCLAMATISSIMI
Egli partirà – va bene, così dovrà farsi – ma per dove ?
Il padre, che gli ha parlato pochissimo dalla Francia, non gli consiglia Parigi, secondo lui meglio Berlino.
Tornare a Vienna forse è meglio perché sul suo conto circolano ancora voci lusinghiere.
Gli piacerebbe visitare l’Italia, il paese del bel canto.
Ma intanto deve completare il concerto ispiratogli da Costanza. E poi Polacche, Trii,Mazurke, Fantasie e diversi studi e pezzi per canto.
II tanti critici musicali che lo hanno sentito in concerti dati in abitazioni di amici dicono entusiasti che “Egli supera tutti i pianisti che fino ad ora si siano sentiti, è il Paganini del pianoforte, le sue composizioni sono sublimi, ricche di idee nuove”.
Chopin si fa coraggio e promette un grande concerto da tenersi il 17 marzo 1830 al Teatro Nazionale con la direzione di Kurpinski. Accoglienza calorosa, stampa favorevole “Superiore a Hummel ! In questo artista rivive l’anima della nostra terra ….”. Il secondo concerto, cinque giorni dopo, si avrà in una sala gremitissima e la stampa incensa Federico Shopin come il miglio pianista del momento.